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Paolo Zelati

Recensioni

SAPORE DI MARE

Recensione pubblicata su Nocturno

Tra i generi cinematografici più importanti e popolari della tradizione italica, la commedia (o “commedia all’italiana” come spesso ci si ostina a definirla) è stato forse quello più prolifico e significativo. La storia della commedia (e dei suoi autori / attori) ha sempre avuto uno sviluppo parallelo a quello della storia del Paese: durante gli ultimi cinquant’anni i film di Zampa, Risi, Monicelli, Pietrangeli, Comencini, Scola e Steno hanno fotografato i repentini cambiamenti di una società italiana che, dopo le difficoltà del dopoguerra viveva anni di crescita economica impetuosa (1958 – 64) fino a quando il governo Moro non dichairò apertamente che “la festa era finita”. Le straordinarie maschere di Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Ugo Tognazzi mettevano alla berlina le debolezze e le contraddizioni di una nuova classe borghese alle prese con valori e ideologie troppo spiazzanti per essere assimilate senza scossoni (Il sorpasso). Durante i turbolenti anni Settanta, invece, l’Italia non aveva molta voglia di ridere; lo dimostrano commedie amare come Amici Miei e Brutti, Sporchi e Cattivi, film manifesto di un paese che si era bruscamente svegliato dal sogno dell’opulenza economica paventata dieci anni prima e si stava leccando le ferite. Un’opulenza che si ripresenta, però, con tutto il suo carico di luccicante vacuità durante i “meravigliosi anni Ottanta”: gli anni del Moncler e delle Timberland, di Sciapli e Rettore, del Drive Inn su Italia 1 e di Bettino Craxi alla guida del Paese. Sul grande schermo Maverick ed Iceman si rincorrevano nei cieli americani, disegnando la sfrontata parabola gay di Top Gun, mentre sul versante casalingo Alvaro Vitali prendeva botte un po’ da chiunque.

In questo contesto Carlo ed Enrico Vanzina (freschi del successo di I fichissimi e Eccezzziunale…veramente) decidono di cambiare rotta e di tornare al passato. L’idea è quella di raccontare vizi e virtù della borghesia italiana rimettendo in scena quel cinema “vacanziero” di sapore nostalgico e scanzonato che i due figli di Steno conoscevano così bene (oltre al ruolo “simbolico” di Virna Lisa, due i riferimenti principali indicati dai Vanzina: L’ombrellone e Vacanze d’inverno). Ecco allora che in poco tempo e con pochi soldi (la Versilia viene “ricostruita” a Fregene) nasce Sapore di mare, vero e proprio film di svolta per la commedia all’italiana che verrà. La storia si svolge a Forte dei Marmi durante “un’estate degli anni 60” e vede un gruppo di giovani (anche se poi così giovani non sono) alle prese con scherzi, scappatelle ed amorazzi estivi, mentre, sullo sfondo, le storie parallele della famiglia Carraro (i ricchi) e della famiglia Pinardi (i proletari) consentono ai Vanzina quello sguardo critico sulla società italiana che, ridendo e scherzando, li accompagnerà per tutti i film a venire. Ma qual è il segreto di Sapore di mare? La caratteristica che ha trasformato, negli anni, una commedia senza troppo pretese in un vero e proprio film cult risiede senza dubbio in quello che potremo definire, finalmente e senza timori di sorta, come il “Vanzina Touch”, ovvero quella capacità di applicare con successo la formula: Musica (all’epoca i diritti delle canzoni erano ancora abbordabili) + Sentimenti + Nostalgia (dei favolosi anni 60, ma anche degli anni 80). Proprio quella Celeste Nostalgia cantata da Riccardo Cocciante, la quale accompagna il toccante (dai che vi siete commossi anche voi!) finale alla Capannina (dove si registra il cameo di una giovane Alba Parietti in versione “Gallinona”). I personaggi vanziniani sono veri e sinceri e le loro battute sono diventate parte integrante della cultura pop italiana (memorabili soprattutto Christian De Sica e Jerry Calà). Perché una commedia agro-dolce come Ricordati di me (che copia perfino la vanziniana voce narrante introduttiva) oggi, non ci fa lo stesso effetto e, anzi, per dirla alla Felicino-De Sica “ci fa calare la cataratta”? Proprio perché le situazioni messe in scena da Muccino (recensito spesso con riferimenti “alti”) sono stucchevoli e stantie come i suoi personaggi, mentre le storie d’amore tra Selvaggia (Isabella Ferrari, fresca Miss Teenager) e Gianni (Gianni Ansaldi, Re dei Nerds) e tra Luca (Jerry Calà) e Marina (Marina Suma) sono viste e vissute, e soprattutto raccontate con il cuore. Ed è proprio con il cuore che i Vanzina hanno sempre saputo riportarci, con leggerezza, al nostro personale “posto delle fragole”.

VOTO: 8

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