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Paolo Zelati

Recensioni

CREEPSHOW

Recensione pubblicata in Nocturno Dossier: Cinecomix

“Badelia…è la Festa del Papà…voglio la mia torta!”. Se nel leggere questa frase vi sono venute le lacrime agli occhi dall’emozione, allora, proseguite la lettura; se invece la frase non vi dice niente e state cercando una recensione sobria ed oggettiva…chiudete il Dossier e andate a comprarvi Cahiers du Cinéma. Creepshow è così, lo si ama o lo si odia: noi lo amiamo. Nato dalla fervida immaginazione di due Masters of Horror come George Romero e Stephen King, il film in questione è un sincero omaggio ai fumetti della E.C. (Creepy, Vault of Horror, Tales from the Crypt) che negli anni 50 “minacciavano” le coscienze degli adolescenti americani con storie macabre e spaventose. La perbenista società americana dell’epoca (Maccartismo, Guerra Fredda) voleva proteggere i giovani (proprio come Tom Atkins nel gustoso prologo del film) dalle nefandezze del sesso e della violenza, esercitando sistematicamente una censura mirata a mantenere intatta la purezza catto-borghese di un illusorio Sogno Americano. I ragazzini dell’epoca (tra i quali John Carpenter, Joe Dante, John Landis…) reagivano a questa repressione degli istinti con delle vere e proprie abbuffate di fumetti e film dell’orrore (ricordate il piccolo Tommy Doyle in Halloween?) che diventavano ancora più stimolanti a causa del brivido del proibito.

Quasi trent’anni più tardi Romero e King hanno voluto celebrare quel brivido con una vera e propria ode a quei coloratissimi fumetti, così importanti per lo sviluppo creativo di un’intera generazione. Stephen King scrisse cinque racconti originali che poi ridusse egli stesso a sceneggiatura senza dimenticare quel particolare dark humor che caratterizzava le storie della E.C. Comics. Dopo un breve prologo nel quale un padre despota getta nella spazzatura il fumetto “Creepshow” che il figlioletto Billy (Joe King, figlio di Stephen) stava avidamente leggendo, il diabolico ghigno del Creep ci introduce a Father’s Day, il primo episodio, nel quale vediamo la vecchia Badelia (Viveca Lindfors) recarsi a pregare sulla tomba del padre da lei ucciso, anni prima, nel giorno della Festa del Papà: il vecchio risorgerà dalla morte (indimenticabile lo zombi creato da Tom Savini) per vendicarsi. Il secondo episodio, The Lonesome Death of Jordie Verill, vede protagonista lo stesso Stephen King nel ruolo di un campagnolo ignorante che trova uno strano meteorite; avido di denaro Jordie progetta di venderlo all’Università, ma non ha fatto i conti con il liquame verdastro gocciolante dal sasso, il quale ha le proprietà di un potentissimo e letale fertilizzante. Stranamente la distribuzione italiana tagliò l’episodio nella versione passata nelle sale; rimane recuperabile nelle edizioni in vhs e dvd. Something to tide you over è il titolo del terzo episodio nel quale Leslie Nielsen (in un ruolo serissimo) uccide la moglie (Gaylen Ross, già attrice per Romero in Zombi) e il di lei amante (Ted Denson) per poi subire la vendetta della coppia risorta dal regno dei morti. Ma il genio di Tom Savini (che interpreta uno dei due spazzini dell’epilogo) si esalta nel quarto episodio chiamato The Crate, dove un professore universitario (Hal Holbrook) scopre una vecchia cassa contenente un mostro sanguinario (sul set veniva affettuosamente chiamato “Fluffy”) del quale si serve per eliminare la petulante moglie Billy (una deliziosa Adrienne Barbeau). Nonostante gli episodi sopraccitati siano tutti, in egual misura, divertenti e riusciti, è They are creeping up on you, il segmento che rimane impresso a fuoco nella mente dello spettatore: E.G. Marshall interpreta un odioso milionario senza cuore con l’ossessione dell’igiene e la fobia per gli insetti; durante un black out il suo asettico appartamento viene invaso da una miriade di scarafaggi che lo uccidono in un modo atroce. Sebbene il personaggio del milionario fosse stato scritto per Max Von Sydow, Marshall (che non volle usare nessuna controfigura, nemmeno quando ha il corpo ricoperto di blatte!) è talmente bravo da rendere l’episodio un classico a sé stante. Con un stile vivace e appassionato Romero trasferisce al meglio lo spirito degli E.C. Comics in un film che rimane una delle più riuscite trasposizioni cinematografiche del mondo del fumetto; completa l’opera la trascinante colonna sonora composta da John Harrison. Che nostalgia!

VOTO: 10

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