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Paolo Zelati

Recensioni

ABRAHAM LINCOLN: VAMPIRE HUNTER

Recensione pubblicata su La Voce di Mantova del 23/7/2012

Chissà come mai, la distribuzione italiana ha cambiato un titolo significativo e programmatico come Abraham Lincoln Cacciatore di vampiri in un più generico e quasi anonimo La leggenda del cacciatore di vampiri. Forse, il timore era quello che il pubblico italiano non conoscesse il nome di uno dei più importanti presidenti nella storia degli Stati Uniti, oppure che il target destinato ai film dell'orrore (sempre secondo i canoni della Distribuzione) scambiasse il film per “qualcosa di storico” e decidesse, allarmato, di disertare la sala. Comunque sia andata, è un vero peccato che anche solo il titolo del film sia stato depredato della sua caratteristica migliore, quella che rende Abraham Lincoln Vampire Hunter una gemma rara nel panorama contemporaneo: una (riuscita) rilettura della storia filtrata dalla “meravigliosa” lente del Fantastico.

Iniziando dall'infanzia del futuro Presidente, il film racconta di come, dopo l'assassinio della madre ad opera di un vampiro, il giovane Lincoln insegua la sua vendetta. Aiutato da uno strano personaggio, Abraham impara le tecniche di combattimento e, in breve tempo, armato di un'ascia ricoperta d'argento, diventa un assiduo cacciatore di vampiri. Gli eventi, però, lo porteranno presto verso la strada della politica, riponendo le armi e cercando di combattere il nemico attraverso il messaggio pacifista dell'antischiavismo. Ma una volta diventato Presidente, in piena Guerra di Secessione, Lincoln sarà costretto a rispolverare l'ascia di guerra. Tratto dall'omonimo libro di Seth Grahame-Smith (già autore di Orgoglio, Pregiudizio e Zombi, anch'esso in predicato di venire adattato per il grande schermo), Abraham Lincoln Vampire Hunter è davvero un'ottimo film. Timur Bekmambetov (più concreto rispetto ai precedenti progetti) riesce a mescolare le solite, mirabolanti, scene d'azione (eccellente l'inseguimento sul branco dei cavalli selvaggi; una sequenza quasi psichedelica) con un tessuto narrativo solido e con dei personaggi intriganti e di grande spessore. A differenza di quella scritta per Dark Shadows, inoltre, la sceneggiatura di Seth Grahame-Smith è originale, senza falle e riesce a combinare in modo perfetto realtà storica ed elementi di fantasia. La metafora politica dei vampiri come primi fautori dello schiavismo sudista, nonostante sia molto facile, funziona alla grande e aumenta la nostra curiosità nei confronti di Django Unchained e del modo in cui Tarantino avrà affrontato praticamente la stessa tematica, ma in un contesto Western. Scorre veloce il film di Bekmambetov ed il poco conosciuto Benjamin Walker da vita ad un Presidente Lincoln turbato e vigoroso, ricco di sfumature e al quale ci si affeziona volentieri. Ovvio, siamo sempre dalle parti del Pop Corn movie dove, per fortuna, l'entertainment ha la preminenza sul puntiglio storico; per cui, chi si è lamentato della “poca accuratezza storica” (sulla quale, peraltro, visto il personaggio in questione, già di per sé avvolto da un alone di mistero e di leggenda persino nei libri di storia, ci sarebbe da discutere) è meglio che aspetti Lincoln, l'imminente biopic di Steven Spielberg. Chi, invece, ha voglia di godersi, a mente e cuore aperti, una geniale rilettura della Battaglia di Gettysburg, salga pure con fiducia sulla giostra di Burton/Bekmambetov e...non se ne pentirà.

VOTO: 7

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